Vaccino Covid in gravidanza protegge il bimbo nei primi 4 mesi
DOTTNET | 03/06/2022 22:45
Lo dimostra un nuovo studio guidato dall’Istituto norvegese di salute pubblica, pubblicato su Jama Internal Medicine
Il rischio di contrarre Covid-19 è inferiore nei primi quattro mesi di vita se la madre viene vaccinata durante la gravidanza. Lo dimostra un nuovo studio guidato dall’Istituto norvegese di salute pubblica, pubblicato su Jama Internal Medicine. Attualmente, nessun vaccino contro il coronavirus è approvato per i bambini sotto i 5 anni. Poiché i piccoli hanno un rischio maggiore di un decorso grave della malattia rispetto ai bimbi più grandi, sono particolarmente vulnerabili. Se la madre può proteggere il bambino durante i primi mesi di vita vaccinandosi in gravidanza, il beneficio è doppio sottolineano gli esperti, poiché il vaccino protegge sia mamma che figlio. “Questa è una buona notizia per le donne in gravidanza – specifica Ellen en Carlsen, prima autrice dello studio – che probabilmente trasmettono anticorpi al loro bambino se vengono vaccinate durante la gravidanza, proteggendoli così dalle infezioni all’inizio della vita“. Gli studiosi hanno analizzato i dati del registro norvegese di preparazione alle emergenze per Covid-19 (Beredt C19). Nello studio sono inclusi 21.643 bambini nati in Norvegia tra settembre 2021 e febbraio 2022. I bimbi sono stati seguiti per quattro mesi, o fino al 4 aprile 2022. Di questi, 9.739 sono nati da una madre che ha ricevuto la sua seconda o terza dose di un vaccino mRNA (Moderna o Pfizer) durante il secondo o il terzo trimestre di gravidanza e sono stati confrontati con altri nati da madri che non erano state vaccinate prima o durante la gravidanza. I ricercatori hanno scoperto che nel primo caso il neonato è risultato protetto per i primi quattro mesi dopo la nascita. Ciò è probabilmente dovuto al fatto che gli anticorpi prodotti dopo la vaccinazione vengono trasferiti al feto e che questi anticorpi durano per alcuni mesi dopo la nascita. Alcuni degli effetti possono anche essere dovuti alla trasmissione di anticorpi tramite il latte materno o al fatto che il bambino è protetto indirettamente quando la madre ha un rischio inferiore di essere infettata lei stessa, poiché potrebbe essere una potenziale fonte di trasmissione.