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“Due binari paralleli per distinguere le traversine scientifiche da quelle del credo religioso”

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IL FUNERALE LAICO DI PIERO ANGELA

di Beppe Manni*

GIORDANO BRUNO

Il 16 agosto l’addio a Piero Angela al Campidoglio, con un funerale laico. Il funerale ‘civile’ fu accolto a fatica dalla cultura cattolica dell’Italia. La chiesa negava le esequie ai suicidi. Nel dopo guerra il primo funerale senza prete nel mio paese, fu di un comunista accompagnato da bandiere rosse e banda. Un scandalo. Era una risposta polemica alle scomuniche recenti. Poi l’aumento di laici e non credenti ha sdoganato il funerale civile. I comuni si sono attrezzati come a Modena con una Sala del Commiato o come la Funeral House di una ditta cittadina che è attrezzata per celebrazioni funebri anche di altre religioni.

Il funerale laico è oggi una scelta non più contro le religioni, ma di libertà; un momento di saluto per ricordare il familiare e l’amico senza le strettoie delle liturgie. E’ infatti quel giorno l’ultimo momento nel quale si ricorda il proprio caro. Con testimonianze, foto, musiche e poesie. Sono stato invitato diverse volte a presiedere queste liturgie laiche. Tutti avevano un ricordo o un episodio da raccontare. Leggevo alle volte anche testi religiosi nei quali comunque tutti si riconoscevano.

Ancora oggi il funerale del grande Piero Angela ci interroga. Il credente si chiede come mai una persona intelligente, giusta, amorevole si dichiarava ateo? Il non credente pur rispettoso chiede all’amico, come mai una persona informata e intelligente come te crede ancora in Dio? “Ho sempre provato – aveva dichiarato Angela ad Avvenire in un’intervista per i suoi novant’anni – grande rispetto per le persone che hanno trovato una fede. Ho conosciuto molti scienziati credenti in grado di viaggiare su due binari paralleli, capaci di distinguere le traversine scientifiche da quelle del credo religioso». Nel suo ultimo messaggio ha detto di aver fatto la sua parte, chiedendo a noi di fare la nostra. “Come Francesco d’Assisi, commenta il figlio Alberto, anche lui fu un cantore della bellezza del Creato, di quel libro meraviglioso che Piero ha sfogliato e risfogliato ogni giorno, in ogni sua trasmissione”.

Un grande insegnamento per noi non credenti e credenti, sedicenti atei e sedicenti religiosi, ci arriva da questo uomo dolce, dialogante, mite, preparato. Imparare a rispettare le opinioni di altri e specialmente a mettersi umilmente in ascolto della natura e del suo mistero senza presumere di possedere tutta la verità. E a lavorare insieme per un mondo liberato dalle superstizione, dalle strumentalizzazioni delle religioni, attraverso la verifica della scienza e il reale impegno di amore per gli altri.

*Gazzetta di Modena 24 VIII 22

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