Grazie a inverni sempre più miti le zecche salgono fino a 1.900 metri. Si moltiplicano le segnalazioni di spiacevoli incontri con le trombicule
La puntura delle zecche può essere molto pericolosa per l’uomo
da “Il Giorno”
EUPILIO – Con il clima che cambia gli ectoparassiti si appropriano dei boschi e delle montagne lombarde fino a quote in cui non si erano ancora visti e rischiano di modificare la frequentazione delle montagne nei prossimi anni. Si stanno moltiplicando in modo preoccupante infatti le segnalazioni di escursionisti che hanno avuto incontri sgradevoli non solo con le zecche, ma anche con fastidiosi acari come le trombicule, che provocano orticarie che, in qualche caso, hanno provocato sintomi che facevano pensare a malattie del sangue.
Basta parlare con qualche montanaro anziano per capire che si tratta di una novità.
“Ci sono zone in cui si sono diffusi maggiormente questi acari. Questi piccoli acari sono colorati di rosso, hanno sei lunghe zampe e per le loro dimensioni, sono simili a granelli di sabbia. Il prurito che provocano dura nel tempo”.
La loro presenza è segnalata a macchia di leopardo nelle zone verdi e anche per questo si tratta di un fenomeno piuttosto nuovo. Per ora non è chiaro se veicolino malattie, come invece fanno le zecche con la malattia di Lyme.
“L’inverno è diventato una sorta di autunno prolungato.. E sicuramente nei prossimi anni potremmo assistere a parecchi cambiamenti per quanto riguarda la presenza di questi parassiti nei boschi. Le zecche ad esempio adesso si trovano fino a 1.900 metri. Ci sono zone come il Bellunese e la Carnia che non sono più frequentabili per il problema dell’encefalite, una malattia virale che non è sempre grave (ma che in alcuni casi degenera fino a complicanze neurologiche), per questo esiste il vaccino gratuito in quell’area. Zecche e trombicule sono nell’occhio del ciclone e potrebbero rappresentare un problema in futuro per chi frequenta le montagne”.