Fonte: Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering
Come di consueto l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering ha analizzato i dati sugli infortuni sul lavoro ed elaborato le statistiche che restituiscono numeri sempre preoccupanti sul fenomeno delle morti sul lavoro in Italia.
Nell’ultima elaborazione di dicembre, con i dati relativi al periodo 1 gennaio – 30 novembre 2022, non si registrano miglioramenti sul grave ed allarmante fenomeno degli infortuni mortali sul lavoro in Italia.
Infatti, sebbene ad una prima lettura delle statistiche ufficiali si registri un decremento del numero di infortuni mortali complessivo rispetto allo stesso periodo del 2021, come rilevato dalle analisi dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering, il dato del 2021 è falsato dalle numerose morti per Covid che avevano amplificato il numero dei decessi sul lavoro lo scorso anno.
Questo mese, inoltre, l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering evidenzia anche un vero e proprio boom degli infortuni in itinere aumentati del +21,4% rispetto allo stesso periodo del 2021.
INFORTUNI IN ITINERE: CRESCITA PREOCCUPANTE
L’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering evidenzia un incremento degli infortuni in itinere, ovvero quelli che avvengono nel percorso casa-lavoro, con un +21,4% nel periodo gennaio-novembre 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021.
Nel periodo di riferimento del 2021, infatti, gli infortuni mortali in itinere erano stati 234 su un totale di 1116 infortuni mortali, mentre nello stesso periodo del 2022 si è passati a 284 eventi infortunistici in itinere su un totale di 1006 infortuni mortali con un incremento, appunto, del +21,4%.
MORTI SUL LAVORO: QUANTI SONO?
L’INAIL riporta che dal 1 gennaio al 30 novembre 2022 si sono registrati in Italia complessivamente 1006 infortuni mortali sul lavoro. Nello stesso periodo del 2021 erano 1116.
Ad una prima analisi, quindi, il dato sembrerebbe positivo in quanto riflette una flessione del fenomeno morti sul lavoro del -10%.
Ma, come vedremo, ad un’analisi più approfondita appare chiaro che la flessione è dovuta ai numerosi infortuni mortali per covid registrati nel 2021 e, per contro, quasi del tutto assenti nel 2022.
IL PESO DEGLI “INFORTUNI MORTALI SUL LAVORO PER COVID” NELLE STATISTICHE
Le statistiche ufficiali per il periodo gennaio-novembre 2022 rilevano 108 vittime in meno rispetto allo stesso periodo del 2021, ma la flessione continua ad essere contaminata dalle numerose morti per Covid che avevano amplificato il numero dei decessi sul lavoro del 2021.
Lo scorso anno, infatti, i decessi totali erano 1017, quindi, apparentemente stiamo osservando un decremento della mortalità (-10,6%).
Ma, ancora una volta, non possiamo fare a meno di sottolineare e ricordare come quest’anno siano quasi sparite le vittime Covid (10 su 909 secondo gli ultimi dati disponibili) che, invece, lo scorso anno costituivano tragicamente più di un quarto dei decessi sul lavoro (282 su 1017).
Pertanto, al netto degli infortuni mortali correlati al Covid, quest’anno si rileva un incremento del numero di morti sul lavoro rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso del +22 %.
Da notare che nei primi 10 mesi del 2019, ossia prima della pandemia, si erano rilevati 896 infortuni mortali sul lavoro, nello stesso periodo del 2022 sono 899: due numeri quasi del tutto uguali…
INFORTUNI MORTALI: L’INDICE DI INCIDENZA
Come spesso accade, anche nel periodo gennaio-novembre 2022, a guidare la classifica della regione con il maggior numero di vittime in occasione di lavoro è la Lombardia, che è anche la regione con la più alta popolazione lavorativa.
Vale la pena precisare, però, che il numero assoluto di infortuni mortali sul lavoro è scarsamente indicativo del fenomeno infortunistico nelle diverse regioni e province, in quanto non tiene conto della popolazione lavorativa presente nell’area di analisi.
Se invece “pesiamo” il numero di infortuni mortali rapportandolo con la popolazione lavorativa presente in ogni regione otteniamo l’indice di incidenza della mortalità, un dato che consente di confrontare il fenomeno infortunistico tra zone (ad esempio regioni) differenti.
L’incidenza della mortalità indica il numero di infortuni mortali ogni milione di lavoratori occupati.
In sostanza, questo indice è veramente rappresentativo del fenomeno infortunistico di ogni regione perché è calcolato dal rapporto degli infortuni mortali rispetto alla popolazione lavorativa regionale.
Sulla base del calcolo dell’indice di incidenza della mortalità si ottiene una classifica del fenomeno infortunistico nelle regioni molto diversa da quelle a cui siamo abituati, nella quale il rischio infortunistico è correttamente rappresentato.
Scopriamo così che regioni con una popolazione lavorativa minore presentano un’incidenza di infortuni mortali superiore rispetto a quelle più popolose.
Così, la Valle d’Aosta balza al primo posto, in quanto il peso del fenomeno infortunistico in questa regione (6 infortuni su 52.741 occupati) è molto maggiore rispetto alla Lombardia (115 infortuni su 4.332.516 occupati) che, dalla prima posizione della classifica basata sui numeri assoluti, finisce al penultimo posto nella classifica calcolata in base all’indice di incidenza.